Si inaugura domani, sabato 30 aprile, alle 10,30, al museo della Terra Pontina, in piazza del Quadrato a Latina, la mostra “Latina e i Pionieri della bonifica”. Si tratta di un percorso fotografico-documentale, avente come tema conduttore il significato socio-antropologico determinato dalla presenza della centrale Termonucleare nel nostro territorio. Quella di Borgo Sabotino fu la prima centrale costruita in Italia. L’obiettivo della mostra è quello di documentare gli effetti sociali sul territorio attraverso le testimonianze di quei cittadini di Latina e di Borgo Sabotino, in particolare di coloro che furono i protagonisti della realizzazione e del funzionamento, nonché costruirne un archivio della memoria nucleare locale, con valore documentario.

Il progetto si avvale della documentazione e del materiale professionale rilasciato dal dr Sergio Malossi, fisico nucleare, scomparso il 19 aprile del 2021. Malossi fu componente di uno dei team di tecnici inviato dall’Enel in giro per il mondo per le valutazioni sul progetto di centrale da adottare, partecipando poi al processo di analisi del progetto prescelto (inglese) ed infine divenne responsabile della sicurezza sanitaria nucleare del sito e dell’area circostante e dell’intero capoluogo pontino. Le figlie Antonella e Roberta hanno deciso di mettere a disposizione della mostra alcuni strumenti lasciati dal padre. Ricordiamo che la centrale appartiene alla prima generazione di impianti nucleari. La costruzione fu avviata nel 1958, da parte dell’Eni, che costituì l’Agip Nucleare. Era il 21 novembre del 1958 quando avvenne la posa della prima pietra, alla presenza del presidente dell’ENI, ingegner Mattei. L’inaugurazione avvenne nel maggio del 1963 e iniziò a produrre energia con una potenza elettrica di 200 MW: si trattava, all’epoca, della più grande centrale d’Europa, che forniva energia anche a Roma e a Napoli. Si scelse un reattore di uranio naturale moderato a grafite e raffreddato con anidride carbonica, sviluppato dall’originale inglese che la United Kingdom Atomic Energy Autority (UKAEA) progettò e costruì a Calder Hall. Si andò avanti fino al 1987, poi il referendum bocciò la via al nucleare e tutte le centrali realizzate in Italia chiusero i battenti. Nel 1999 la Sogin ne acquistò la proprietà e iniziò il decommissioning, tutt’ora in corso. Ma che cosa è stata la centrale per Latina? Ora che siamo in piena crisi energetica si riparla del nucleare pulito e la questione è tornata di attualità. Latina fu al centro del mondo su tutte le cronache dei giornali nazionali e internazionali. L’obiettivo della mostra è lasciare una traccia di questa esperienza davvero straordinaria.

Questi gli orari in cui poter visitare l’esposizione Domenica 1 maggio apertura straordinaria.

Orario mostra: Martedì 10 – 13,30. Mercoledì 15,30-18,30 / Giovedi 10, 13,30- Venerdì 10-13,30/15,18,30

Latinaquotidiano- 29.04.2022


Il Borgo di una volta

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28-03-2024