L'amministratore delegato di Sogin riapre la partita, anche sull'impianto di Sabotino: "Mettiamo a disposizione i siti delle vecchie centrali che stiamo smantellando, sono la naturale destinazione per le future centrali"
Ritorno al nucleare? Sogin mette a disposizione i siti delle centrali già esistenti. Lo ha detto a chiare lettere l'amministratore delegato della società, Gian Luca Artizzu intervenendo all'evento organizzato dalla Lega, "Il nucleare sostenibile: l'Italia riparte", al quale hanno preso parte rappresentanti istituzionali, politici ed esperti, tra cui l'amministratore delegato di Enel Group Flavio Cattaneo, l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e l'amministratore delegato di Ansaldo Energia Fabrizio Fabbri, oltre al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini al quale sono state affidate le conclusioni dell'incontro.
“Per un ritorno al nucleare, oltre alle sue competenze, Sogin mette a disposizione i siti delle vecchie centrali che stiamo smantellando - ha precisato l'ad di Sogin - Noi smantelliamo gli impianti, non smantelliamo i siti. Questi sono stati progettati e manutenuti come siti per ospitare una centrale nucleare e sono la naturale destinazione per un futuro nuovo impianto"."Smantellare una centrale nucleare significa prima di tutto confinare ciò che è radioattivo rispetto alla biosfera e a rispetto alle attività umane. Confinare significa rendere ciò che è pericoloso, le radiazioni, innocuo - ha aggiunto Artizzu - Il primo peccato del nucleare è non farlo lavorare. Pensiamo alla centrale di Caorso: ha lavorato meno di cinque anni e ha prodotto 30 miliardi di kilowattora. Oggi, se non l’avessimo fermata con il referendum di allora, staremmo discutendo dell’allungamento dell’esercizio di questa centrale, come sta avvenendo nel mondo per impianti simili”. Tra le centrali nucleari che Sogin sta gestendo nelle fasi di smantellamento c'è però anche quella di Latina, a Borgo Sabotino, costruita nei primi Anni '60 e poi fermata all'indomani del referendum del 1987. L'attività di decomissioning è iniziata nel 1999 e quella di Latina è stata l'ultima delle quattro centrali nucleari italiane a ottenere il decreto di disattivazione, emanato nel 2020 dal ministero dello Sviluppo economico. Il dibattito sul ritorno al nucleare in Italia e le dichiarazioni arrivate dai vertici di Sogin potrebbero ora riaprire anche la partita dell'impianto di Borgo Sabotino. © LatinaToday-15.04.2025